(fotografato al lago Albano- Lazio)

Castanea sativa Miller
CASTAGNO


Fagaceae. Albero molto longevo, alto fino a 20m, con tronco robusto, tozzo, a corteccia inizialmente liscia, grigio-lucida, punteggiata da lenticelle biancastre, poi con l'età scura, a larghe coste longitudinali. Negli esemplari vecchi l'andamento delle fessurazioni è a spirale sinostrorsa, come se il tronco si fosse avvitato su se stesso.
La chioma è espansa, armoniosamente tondeggiante. Foglie grandi, caduche, alterne, oblungo-lanceolate,con picciolo breve, con nervature oblique, parallele, terminanti in corrispondenza di larghi denti acuminati, rivolti all'apice.
Fiori a sessi separati (monoici) quelli maschili disposti in glumeroli inseriti in una lunga spiga sottile, più o meno eretta, all'ascella delle foglie; quelli femminili riuniti in uno-tre al'interno di una cupola spinosetta, prodotta dalla fusione di varie brattee, posta alla base dell'infiorescenza maschile. Fiorisce aprile- maggio.
I frutti derivano ognuno da un fiore e maturano dentro una cupola trasformatasi in riccio spinoso. Sono grossi acheni subglobosi, rivestiti da una pelle doppia (pericarpo), all'esterno bruno-rossiccia, liscia, lucida con ampia cicatrice alla base (ilo), all'interno peloso-vellutata, formante setti irregolari che separano i cotiledoni.
Cresce nei terreni silicei, profondi, freschi, permeabili e fertili, che contribuisce a migliorare con l'humus prodotto dalle sue foglie.
Probabilmente originario dell'Europa orientale e dell'Asio minore, può essere considerato pianta indigena Italiana, i Romani lo diffusero sulle Alpi, sugli Appennini e negli altri paesi europei.
Il nome deriverebbe da Kastanis, città del Ponto dove, a detta di Plinio, era particolarmente abbondante.
Il nome specifico sativa significa coltivato perchè il castagno è coltivato fin dall'antichità

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