(fotografata a Trento - Trentino Alto Adige)

(Rosa Abraham Darby)

(Rosa "Henry Matisse Delbard 1993)

(fotografate al Roseto Comunale di Roma - Lazio)

Rosa

Rosaceae. Genere che comprende circa 150 specie, suddivise in numerose varietà con infiniti ibridi e cultivar, originarie dell'Europa e dell'Asia, di altezza variabile da 20 cm a diversi metri, comprende specie cespugliose, sarmentose, rampicanti, striscianti, arbusti e alberelli a fiore grande o piccolo, a mazzetti, pannocchie o solitari, semplici o doppi, frutti ad achenio contenuti in un falso frutto (cinorrodo)
Pianta ornamentale nei giardini, per macchie di colore, bordure, alberelli, le sarmentose o rampicanti per ricoprire pergolati, tralicci o recinzioni, le specie nane dalle tinte brillanti e con fioriture prolungate per la coltivazione in vaso sui terrazzi o nei giardini rocciosi. Industrialmente si coltivano le varietà a fusti eretti e fiori grandi, per la produzione del fiore reciso.

Storia delle Rose
Sono stati rinvenuti fossili di questa pianta in varie parti del mondo, i paleobiologi, ritengono che la loro età risalga 70 milioni di anni fa.
Dal punto di vista geografico le rose provengono dall'emisfero settentrionale (Boreale) originarie dall’Oriente, probabilmente dalla Cina e/o dall’India.
Attraverso i secoli esse si sono estese in occidente, sia per la diffusione operata dall’uomo, che per la naturale propagazione attuata dal vento, dagli insetti e dagli uccelli.
Le rose gallica, phoenicea, moschata e canina, che fiorirono in Europa fino alla fine del diciottesimo secolo e le loro discendenti, vi furono portate dai Crociati di ritorno dal medio Oriente.
Le rose gialle vennero dalla Persia (attuale Iran), rappresentate in un primo tempo dalla delicata Sulphur, ed in un secondo tempo nel 1837, dalla Rosa foetida persiana, che ha giocato un ruolo davvero importante nella creazione delle più belle varietà.
Nel 1750 dei biologi esploratori riportarono dalla Cina una rosa rosso cremisi, la chinensis e, una “forma” coltivata di Rosa gigantea ( o Rosa odorata), che i botanici classificarono nel 1889 come “rosa tea selvaggia di Burma”, detta “rosa Burmese”.
La proprietà essenziale di questa specie, era la fioritura assai prolungata, mentre tutte le rose europee, all’infuori della Damascena bifera (ovvero la rosa autunnale, che ha una seconda fioritura in autunno), fiorivano una sola volta per stagione.
I botanici si prefissero di rinforzare e di conferire alla rosa la proprietà della fioritura continua; ciò attrasse i floricoltori per fini commerciali.
Dapprima i biologi le incrociarono con la spontanea Rosa chinensis, la rosa rossa di Cina e con la Gigantea, con l’evidente scopo di creare un ibrido robusto. Le principali rose che nacquero da questa unione furono: la Slater’s Crimson China (1792), la Parson’s Pink China (1793), la Hume’s Blush Teascendent China e la Park’s Yellow Teascendent China, a quel tempo unico esemplare puro, di rosa gialla.
Tuttavia anche queste erano rose fragili, di scarso valore commerciale, per tale ragione i botanici le incrociarono con le Autumn Damask Rose.
Da tale incrocio, nacquero le Portland, la Rosa Bourbon e, la tipica Rose du Roi, progenitrici delle rose ibride perpetue.
Fra le perpetue ibride che si trovano ancora oggi nei giardini comunali e casalinghi, sono da ricordare: la General Jacqueiminot (1883), la Mrs John Laing (1887), la Frau Karl Druschki (1900), la Gorge Dickinson (1912) e la Hugh Dickinson (1900).
Lo stadio seguente nella storia del rose, fu la produzione delle mitiche “rose tee”, tanto ricercate nella seconda metà del XIX secolo nei giardini storici, ottenute incrociando le ibride della Cina con le rose Bourbon.Queste rose, sono state nominate “tea roses”, perché avevano il profumo del tè importato dal Bengala.Esse erano generalmente di una delicata tonalità rosa-avorio.
Tra il 1820 e il 1830, la Parson’s Pink China Rose, venne incrociata da alcuni botanici, con la rosa muschiata e se ne ottenne la Champney’s Pink Cluster, dal profumo dolciastro, che è da considerarsi la prima delle nuove rose “noisette”. Una “noisette” gialla, venne prodotta nel 1830, incrociando la Champney’s Pink Cluster, con la Park’s Yellow teascendent China, ma l’ibrido che ne risultò aveva più le caratteristiche di una “rosa tea”, che di una “noisette”. Quando nel 1833, un botanico Inglese incrociò questa rosa ancora una volta con la Park’s Yellow Teascendent China, ne risultò la famosa “rosa tea Devoniensis”, molto amata dai nobili Inglesi, dal colore bianco panna. Così fu possibile coltivare sia le rose tee ibride rosa, che quelle gialle.
Incroci successivi portarono alla creazione delle rose tee, tanto ricercate nei “giardini d’inverno”, del tardo periodo Vittoriano, ma anche queste purtroppo, non erano robuste, “rustiche”. Le varietà tipiche erano la Niphetos (bianca), la Marie van Houtte (giallo crema), la Catherine Mermet (rosa lilla). La Maréchal Niel and Gloire de Dijon, che ancora oggi adorna i nostri giardini, era invece più robusta. Fu quindi inevitabile, l’incrocio delle delicate “tea” con le ibride perpetue, incrocio che produsse le “rose tee ibride”.
Il botanico inglese Hanry Bennet, creò due, tra le prime rose tee ibride e tra le più importanti: la Lady Mary Fitzwilliam (1883) e, la William Francis Bannet (1884). Tre quarti delle rose moderne, devono la loro esistenza a questi due risultati.
Nel XIX secolo tutte le rose erano solo di colore rosso, rosa e bianco. Dobbiamo le caleidoscopiche tonalità di oggi (gialle, arancioni, fiammate e bicolori), al botanico francese Pernet-Ducher dei Jardins de Louxemburg di Parigi, che per molti anni lottò per ottenere nuovi colori. Produsse corolle gialle “Soleil d’Or”, incrociando la ibrida perpetua Antoine Ducher, con la Rosa foetida persiana. All’inizio, benché la tinta fosse perfetta, la rosa si sfogliava ed era molto soggetta alla “fumaggine” (malattia fungina). In seguito, grazie ad un lavoro attento e paziente, la rosa, battezzata Pernetiana in onore del suo creatore, è stata perfezionata. Da vari incroci della Pernetiana, si sono ottenute piante magnifiche come Gioia, Super Star e Fragrant Cloud.
La serie di incroci, che ha portato alla produzione delle rose tee ibride, avvenne insieme ad un’altra serie di incroci, destinata alla creazione delle “floribunde”.
Nel 1860 il biologo esploratore tedesco Siebold, riportò dal Giappone i semi di una rosa che un botanico svedese, Thunberg, aveva battezzato, sessant’anni prima Rosa multiflora Thunberg.
Da alcuni di questi semi, nacquero dei rampicanti a doppio fiore; qualche anno più tardi in Francia, il botanico francese Guillot, ottenne degli esemplari “nani rifiorenti”. Con incroci successivi, si poté ottenere, nel 1881, la “rosa Mignonette”, rosa pallido.
Questa nuova rosa, ha un grande importanza nella storia dei fiori, in quanto può essere considerata la progenitrice delle rose “polyantha” e delle “floribunde”. La caratteristica più interessante di questa varietà, era la proprietà di resistere alle basse temperature, caratteristica che è stata geneticamente trasmessa anche alla sua progenie. Un ibrido della “Mignonette”, ha poi dato origine alla “rosa Orléans”, creata nel 1909, ed una specie anomala dell’Orléans, ha dato luogo a una nuova classe di rose, denominate “pompons polyantha”.
Nel 1924 il biologo svedese Svend Poulsen docente di botanica sistematica all’Università di Stoccolma, avendo come obiettivo la creazione di una varietà di rose, che potesse resistere al rigore invernale del Nord Europa, avvantaggiandosi della resistenza dei “pompons polyantha”, riuscì a produrre le “Else Poulsen e Kirsten Poulsen”, nel medesimo anno. Pur essendo molto resistenti al freddo, queste rose producevano un fiore singolo, non profumato e, dal punto di vista moderno e commerciale, piuttosto mediocre come linea e bellezza. Nel 1947 un altro botanico ibridista americano, Boerner, creò una floribunda, con fiori tipo rosa tea ibrida profumati e la chiamò “Fashion”.
Questa fu la primigenia, di una vasta categoria di rose denominate “floribunde tipo tea ibrida”. Le floribunde, sono andate via, via migliorando negli ultimi 35 anni; tra gli esemplari si possono elencare le “Queen Elizabeth, Paddy McGredy, Violet Carson, Golden Gleam”.
(tratto dall'articolo di Giuliano Russini -Scienze Biologiche all’Università La Sapienza di Roma).
va a Rosa alba

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