(fotografato al bosco di Tre Cancelli - Nettuno-Lazio)


(fotografato al Lago di Nemi-Lazio)

Equisetum telmateia Ehrh.
Coda di cavallo

Equisetaceae.Pteridofita perenne e rizomatosa alta 40-200 cm con fusti fertili semplici, di colore bruno pallido misurano fino a 40 cm con diametro di 1-2 cm, hanno ad ogni nodo guaine fogliari con 20-30 denti al margine, che ricoprono interamente l’internodo, all'apice sviluppano un racemo a forma di spiga, lungo 6-8 cm, formato da sporangi a forma di piccoli scudi, dove si sviluppano le spore. Sporificazione: febbraio - maggio.
Avvenuta la sporazione i fusti fertili appassiscono e dal terreno spuntano i fusti sterili verdi, che a completo sviluppo raggiungono altezze spesso assai superiori al metro; sono costolati, profondamente solcati e ruvidi con una cavità centrale che misura 2/3 del diametro; hanno internodi gialli, il primo dei quali uguale o più corto della guaina caulina adiacente e al contrario di quelli fertili che solo raramente possono portare alcuni rami, hanno numerose ramificazioni in verticilli densi ed allargati che in alto superano il fusto; hanno anche questi, al posto delle foglie guaine fogliari applicate al fusto, cilindriche, tanto lunghe che larghe, con grossi denti membranacei, marroni, appuntiti all'apice e persistenti.
Comune a diffusa nei fossi, negli ambienti umidi, nei prati e al margine di campi fino alla zona subalpina.(0- 700 m) Specie comunissima in tutta Europa.
I fusti secchi di equiseto per l'alto contenuto in silice, si utilizzano nell'agricoltura biodinamica,è anche pianta commestibile officinale. Grazie ai suoi principi attivi quali sali di ferro, potassio, manganese, magnesio e calcio, acido silicico, malico e ossalico, tannini, resina, sostanza amara, saponoside equisetonina, alcaloide equisetina, flavonosidi isoquercitrina e luteolina, sembra godere di diverse proprietà, antiemorragiche, astringenti, depurative, diuretiche e per via esterna decongestionanti e vulnerarie sulle emorroidi, epistassi, varici, infiammazioni del cavo orale e ferite cutanee. Tutte queste proprietà venivano sfruttate nella medicina popolare preparando tinture, decotti, polveri da usare a seconda dei casi. Ma anche la moderna fitocosmesi impiega queta pianta per preparazioni nutrienti e rassodanti per pelli secche e senescenti ed anche detergenti ed rivitalizzanti per pelli foruncolose. In cucina vengono usati i germogli giovanissimi dei fusti fertili, prima che induriscano con l’accrescimento, e vengono consumati crudi in insalata o lessati o preparati in altri numerosi modi (fritture, sformati, polpette).
Il nome del genere deriva dal latino e significa "crine di cavallo" per l'aspetto della pianta.Il nome specifico dal greco "telma" = palude, che allude al suo habitat.
Geofita rizomatosa (= pianta con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno emette radici e fusti avventizi).

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