(fotografato al Monte Viglio-Lazio)

Sambucus ebulus L.


Viburnaceae. Pianta erbacea perenne, robusta, cespugliosa, alta sino a 150 cm, dall'odore sgradevole. Rizoma strisciante stolonifero che consente una rapida diffusione ai fusti eretti, semplici o poco ramificati, robusti e rigidi, con coste chiare longitudinali, verdastri ma a volte anche rossastri, glabri o pelosi e con midollo bianco.
Foglie picciolate, opposte, imparipennate, con 5-9 segmenti oblungo-lanceolati, brevemente picciolati, seghettati al margine, acuminati all'apice e attenuati alla base, con 3-5 nervature secondarie parallele molto evidenti, glabri e di colore verde scuro di sopra, pubescenti e chiari di sotto; stipole persistenti, fogliacee, ovali e dentate con apice acuto.
I numerosi fiori pentameri, attinomorfi, peduncolati, sono riuniti in corimbi rivolti verso l'alto anche dopo la fruttificazione, solitari o più spesso con cime di tre raggi principali, uno centrale sopra il fusto principale e due laterali, corolla bianca o leggermente rosata all’esterno, rotata, formata da un breve tubo conico e da un lembo diviso in 5 lacinie incurvate, appuntite e riflessse alla maturità. Fiorisce maggio luglio
Il frutto è una piccola drupa glabra, globoso-piriforme, di 4-6 mm, lucida e nera a maturità. Luoghi incolti, bordi di campi, lungo sentieri e fossi, ma anche nei pascoli, su terreni preferibilmente calcarei sino a 1300 m.
Assai comune è sparsa in quasi tutta l'Europa.
Pianta velenosa officinale.il frutto è tossico Il nome generico pare derivare dal latino sambuca = strumento musicale a fiato ed ebulus = sambuco selvatico

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