(fotografato al Monte Olimpo-Grecia)

Pinus heldreichii H.Christ
PINO LORICATO -PINO DI BOSNIA

Pinacee. Il tronco, ramificato fin dalla base, è robusto, con fusto irregolare, alto fino a 30 m.
La chioma è piramidale, negli esemplari adulti, spesso ovoidale. I rami inferiori sono ricadenti verso il basso, quelli superiori orizzontali; alle quote superiori il pino loricato assume un aspetto spesso arbustivo e prostrato.
Foglie aghiformi lunghe fino a 10 cm, riunite in fascetti di due, rigidi e pungenti durano dai 5 ai 6 anni.
Fiori monoici, quelli maschili sono gialli e posti alla base del germoglio, quelli femminili sono rossi posti all'apice del germoglio. Fioritura aprile maggio.
Frutti: strobili (pigne) in genere solitari o riuniti a due-tre,lunghi 7-8 cm con squame a scudo.

ASPETTI BOTANICI E FORESTALI DEL PINO LORICATO
(Pinus heldreichii subsp. leucodermis (Antoine) E. Murray)

Le prime notizie storico-scientifiche sui pini del Pollino risalgono alle esplorazioni botaniche del XIX sec.: Tenore nel 1827 raccolse campioni ai Piani di Pollino, Schow nel 1845 sul Dolcedorme, Biondi nel 1880 sul M.te Pollino e Terracciano nel 1890 in varie località del massiccio. Tuttavia tutti lo confusero con altri pini montani tra cui il pino mugo (Pinus mughus Jacq.), il pino silvestre, (Pinus sylvestris L.), il pino marittimo (Pinus pynaster Ait.), il pino laricio (Pinus laricio Poir) e il pino nero (Pinus nigra Arnold) con cui condivide in alcune stazioni gli stessi ambienti formando popolamenti misti (es: versante SW del Pollino, Montea, Valle del Argentino).
Nel 1863 il botanico tedesco Hermann Christ identifica una nuova specie di pino in alcuni campioni provenienti dai monti della Grecia settentrionale e la dedica al suo scopritore, il barone Thoedor Von Heldreich insigne studioso di flora balcanica, chiamandola Pinus heldreichi Christ. Nello stesso periodo la specie viene descritta da F. Antoine, che evidenziando il colore chiaro della corteccia, gli assegna il nome di Pinus leucodermis. Nel 1906 il botanico napoletano Biagio Longo determinò i campioni da lui raccolti sul Pollino, nell'Orsomarso e su Monte La Spina come Pinus Leucodermis Antoine ascrivendo la specie tra i pini italiani. Per primo assegnò a quest'albero il nome di "pino loricato" evidenziandone l'aspetto tipico di "lorica" che assume la corteccia nella pianta adulta fessurandosi nelle caratteristiche placche poligonali che ricordano nell'aspetto le corazze degli antichi romani. Ancora non concorde risulta invece la collocazione tassonomica e nomenclaturale delle popolazioni balcaniche da quelle dell'Appennino meridionale. Per alcuni autori (Tutin et al., 1996; Gellini R., Grossoni P., 1996) Pinus heldreichii Christ è un'unica specie presente nei Balcani centro-occidentali e nell'Italia meridionale con due varietà tra loro vicarianti: var. heldreichii: entità balcanica che vive in ristrette zone montuose della Serbia, del Montenegro e nella Grecia settentrionale sul Monte Olimpo; var. leucodermis (Antoine) Markgraf ex Fitschen: entità anfiadriatica presente in Italia sull'Appennino calabro-lucano e nei Balcani centro-occidentali (Alpi Dinariche e Massiccio del Durmitor) dove forma estesi popolamenti; nuclei di limitata estensione sono inoltre segnalati in Albania sul Monte Jabllanices e in Grecia sul Monte Pindo e sull'Olimpo Tessalico. Nella Flora d'Italia (Pignatti S., 1982) Pinus leucodermis Antoine viene considerato come la specie italiana. Alcuni caratteri morfologici macroscopici particolarmente evidenti permettono di distinguere le due entità: in Pinus. leucodermis la corteccia dei rami giovani si mantiene per molti anni liscia, lucente, di color cenere chiaro con areole squamiformi che ricordano la pelle di un serpente; gli strobili hanno squama con apofisi piramidale e mucrone uncinato. Nel Pinus heldreichii la corteccia dei rami giovani tende a scurirsi precocemente, già al secondo anno, e gli strobili si presentano con apofisi appiattita e mucrone molto breve. Conosciuto fino a non molto tempo fa solo ai naturalisti e alle popolazioni locali, il pino loricato è attualmente un elemento ad elevata valenza simbolica: la sua longevità, il portamento contorto e tormentato, ma nello stesso tempo possente, ben esprimono la forza e la tenacia di questi alberi che sfidano le condizioni ambientali più ostili, attaccati alle rocce delle rupi e delle creste, dove la montagna finisce e comincia il cielo.

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