(fotografato a Calagonone-Sardegna)

Nerium oleander L.
OLEANDRO

Apocynaceae. Arbusto sempreverde che può raggiungere anche i 9 m di altezza, portamento arbustivo, con fusti generalmente poco ramificati, i rami giovani sono verdi e glabri invece i fusti e rami vecchi hanno una corteccia di colore grigiastro. Steli verdi, foglie lineari-lanceolate, coriacee, a margine intero e nervatura centrale robusta,disposte ad angolo acuto sullo stelo, in verticilli di tre.
Fiori grandi, riuniti in corimbi terminali, a simmetria raggiata,di colore rosa, bianchi o gialli, di profumo intenso. Il calice è diviso in cinque lobi lanceolati, la corolla è tubulosa e poi suddivisa in 5 lobi, l'androceo è formato da 5 stami, con filamenti saldati al tubo corollino, l'ovario è supero, formato da due carpelli pluriovulari. Fiorisce aprile-luglio
Frutto capsula allungata di colore bruno con all'interno semi provvisti di ciuffi di peli, contenuti in un follicolo.
Cresce spontaneamente lungo i corsi d’acqua, di tutte le regioni che si affacciano sul Mediterraneo (0- 300 m),utilizzata anche come pianta ornamentale ai bordi delle strade epiantato lungo le autostrade . L ’oleandro è una specie molto rustica che riesce a sopportare grazie ai suoi stomi fogliari lunghi periodi di siccità.
Il nome "nerium" deriva dal greco "neros" acqua, poichè l'oleandro si trova spesso lungo i corsi d'acqua.
Pianta velenosa.L'oleandro era noto a greci e romani per la sua velenosità.E’ una delle piante più tossiche che si conoscano, infatti si racconta che le truppe napoleoniche morirono per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro come spiedi nella cottura della carne alla brace durante le campagne di militarizzazione del bacino del Mediterraneo.

va a Nicotiana glauca
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