(fotografato a Ciampino-Lazio)

Myrtus communis L.
MIRTO

Myrtaceae. Altezza da adulto oltre 3 m. Cespuglio sempreverde e folto, molto ramificato, il frutto è una bacca arrotondata, nero-bluastra e maturazione, intaccata con l'unghia emana un intenso aroma. Matura in pieno inverno.
Le foglie persistenti coriacee a margine interno di colore verde cupo brillante sono opposte o in verticilli di tre, sono molto aromatiche.
I fiori portati da un lungo peduncolo sono bianchi, provvisti di numerosissimi stami e profumati, sbocciano in estate.
Tipico costituente della macchia mediterranea, spontaneo in Italia, frequente soprattutto nelle zone centrali, meridionali e nelle isole, lungo le coste ed i litorali.
Il nome deriva da Mirsine, fanciulla attica che, secondo la leggenda, fu uccisa da un giovane da lei vinto in una gara. Venne quindi trasformata in questo arbusto dalla dea Atena, in onore della quale si celebravano ogni anno feste e giochi ad Atene.
Era sacro a Venere, dea dell'amore, cui veniva offerto dai Romani nei sacrifici del primo di aprile. Se ne facevano corone per adornare poeti ed eroi.
Arbusto aromatico, le foglie vengono utilizzate per profumare gli arrosti; da foglie, fiori e corteccia viene distillata l'"acqua degli angeli" usata in profumeria.
Le bacche vengono usate per produrre liquori.

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