(fotografato a Nemi - Lazio)

Ficus carica L.
FICO

Moraceae. Albero alto 6-7 m, dalla chioma molto espansa, con radici molto sviluppate e fusto a corteccia color cenere,con bande più scure, liscia.
I rami giovani sono grossi, le foglie sono grandi fino a 30 cm, spesse e coriacee, con 3-5 lobi verde intenso nella pagina superiore, più chiare inferiormente. Le gemme a fiore sono poste all'ascella delle foglie, situate verso l'estremità dei rametti.
I fiori molti piccoli sono contenuti all'interno del ricettacolo dell'infiorescenza detta siconio (comunemente chiamata frutto). L'impollinazione è effettuata da un imenottero Blastophaga psenes che entra a depurre le uova. Il frutto rimane duro e verde durante il primo anno e matura il secondo anno.
Alla specie ficus carica appartengono 2 varietà: ficus carica sativus e ficus carica caprificus che cresce spontaneamente nelle regioni meridionali.
Il fico domestico un solo tipo o due tipi di infiorescenze. Le prime dette fioroni, primaticci o fiori di fico, si formano in autunno e maturano in giugno, le seconde o fichi propriamente detti si formano in primavera e maturano in agosto settembre.
Originario delle regioni dell'Asia occidentale,ama le posizioni soleggiate esposte al sud.In Italia cresce allo stato spontaneo in terreni sassosi e soleggiati.
Albero sacro per buddhisti e mussulmani, viene menzionato assai spesso nella Bibbia. Nella Grecia antica i fichi erano sacri a Dionisio la cui festività divennero sinonimi di licenziosità. Talune cronache riferiscono che gli ateniesi vietarono l'esportazione dei fichi, gli informatori che davano notizia di eventuali trasgressioni erano noti come "sicofanti" letteralmente "scopritori di fico".

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